L’Halving di Bitcoin e Gli Shock di Mercato

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Di Davide Dal Secco
19 Ottobre 2024

Indice

Questa lezione si pone l’obiettivo di fornire risposte a eventuali interrogativi sull’halving di Bitcoin, uno degli eventi più conosciuti e attesi nel mondo delle criptovalute e che può essere associato a uno shock di mercato programmato. L’evento dell’halving produce effetti essenzialmente su due livelli nell’ecosistema di Bitcoin: sul suo prezzo, in quanto a seguito degli halving passati si è sempre verificato un forte rialzo; sul mining, ossia una diminuzione della redditività e un aumento della competizione.


INTRODUZIONE: LO SHOCK DI MERCATO

Uno shock di mercato è un evento di impatto notevole e di imprevedibilità variabile che produce un cambiamento significativo nelle quotazioni degli asset finanziari e/o nei prezzi dei beni reali, modificando drasticamente le condizioni di mercato di partenza.

Gli shock di mercato possono essere suddivisi per categorie in base alla loro natura:

  • Fenomeni macroeconomici: cambiamenti improvvisi nella politica monetaria di una banca centrale, come una modifica inattesa ai tassi di interesse;
  • Eventi geopolitici: guerre, tensioni politiche internazionali, attacchi terroristici e così via;
  • Disastri naturali: terremoti, uragani, inondazioni e altri eventi che possono interrompere l’attività economica improvvisamente e, a volte, per lungo tempo;
  • Shock della domanda o dell’offerta: cambiamento repentino nelle preferenze da parte dei consumatori;
  • Crisi finanziarie: fallimenti bancari, crisi del credito e simili.

In generale, gli shock di mercato si possono suddividere anche per la loro prevedibilità:

  • Prevedibili al 100%, come l’halving di Bitcoin, che tratteremo più avanti;
  • Poco prevedibili ma conoscibili, come la piena di un fiume, per la quale si può fare prevenzione;
  • Completamente imprevedibili, ossia dei veri e propri cigni neri, come la pandemia da Covid-19.

MERCATI FINANZIARI TRADIZIONALI

Gli effetti a breve termine di uno shock di mercato nelle borse valori solitamente danno luogo a volatilità elevata, che consiste in forti e imprevedibili fluttuazioni nei prezzi degli asset finanziari, a cui contemporaneamente si può aggiungere nella maggioranza dei casi una drastica riduzione della liquidità, in quanto i partecipanti al mercato, a prescindere dal loro livello di professionalità, tendono a vendere gli asset in portafoglio e ad aspettare che le acque si calmino.

In alcuni casi gli shock di mercato possono avere effetti negativi duraturi e profondi non solo nei mercati finanziari ma anche nell’economia reale, a meno che le istituzioni e le autorità preposte non adottino le misure necessarie per limitare i danni e auspicabilmente anche per ripristinare le condizioni di partenza. Solitamente, se appunto le conseguenze risultano essere molto gravi, allora la banca centrale abbassa i tassi di interesse ed effettua interventi diretti sul mercato: importantissimo è restaurare la fiducia nel sistema da parte degli attori di mercato, in quanto dai mercati azionari e obbligazionari dipendono molte imprese e governi per i finanziamenti.

Un esempio lampante di shock di mercato consiste nella dichiarazione ufficiale del fallimento della banca d’investimenti Lehman Brothers nel 15 settembre 2008, che colse gran parte del mondo finanziario alla sprovvista e che diede il via ad una reazione a catena con effetti devastanti. Dal punto di vista delle quotazioni nel mercato azionario statunitense, l’indice azionario SP500, che era in un trend ribassista da alcuni mesi, accelerò notevolmente la velocità della sua discesa, passando quindi dall’essere una semplice correzione di un trend rialzista ad un vero e proprio crollo apparentemente senza fine.


Solamente l’intervento della banca centrale americana, la Federal Reserve Bank, che abbassò il tasso di interesse da luglio del 2007 a gennaio del 2009 da un livello di 5.5% a 0%, riuscì a calmare i mercati finanziari e a far recuperare la fiducia sistema economico-finanziario; bisogna tenere a mente che il mercato azionario cominciò a riprendersi proprio nel primo trimestre del 2009, mentre l’economia reale impiegò molti più mesi a rimettersi in carreggiata.

Passando a esempi più recenti, nel marzo 2023 il settore bancario statunitense registrò una serie di fallimenti (Silicon Valley Bank e Signature Bank a marzo 2023 e First Republic Bank ad aprile) che costrinse la Fed a iniettare liquidità nei mercanti (in particolare attraverso il Bank Term Funding Program o BTFP istituito il 12 marzo 2023) al fine di circoscrivere i danni ed evitare un crollo di mercato. Le quotazioni delle asset class più rischiose, come le azioni e le criptovalute, stavano inizialmente colando a picco, poiché gli attori di mercato temevano l’effetto contagio. A seguito dell’intervento di Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, entrambe le asset class rimbalzarono con vigore, in quanto la banca centrale americana aveva ancora una volta risolto oppure posticipato un problema dovuto ad uno shock di mercato.

Gli shock di mercato sono potenzialmente estremamente pericolosi poiché possono generare delle reazioni a catena (l’effetto contagio citato pocanzi) in altri comparti dello stesso settore oppure in settori diversi da quello di partenza. In tema di shock monetari internazionali, la banca centrale del Giappone alzò il tasso di interesse per la prima volta dopo 17 anni, passando nella riunione del 19 marzo 2024 da -0.1% a +0.1% e in quella del 31 luglio 2024 da 0.1% a 0.25%.

Al contempo, la banca centrale degli Stati Uniti si accingeva a tagliare il tasso di interesse: la combinazione di queste politiche monetarie opposte produsse un effetto duplice sulla coppia valutaria dollaro (USD) yen (JPY), ossia il primo perse di forza e il secondo guadagnò forza.

A livello finanziario, il differenziale di cambio valutario risultò essere talmente ampio che il mercato restò pesantemente spiazzato: da giovedì 11 luglio a lunedì 5 agosto del 2024 il dollaro registrò un -12.5% in 17 sessioni di trading, movimento estremamente inusuale per il forex (si verificò l’inversione di molte posizioni di carry trade nella coppia USDJPY, argomento che verrà trattato in un’altra lezione) e nello stesso arco di tempo l’indice azionario SP500 registrò un -10%, altro movimento inusualmente rapido e violento.


SETTORE CRYPTO

Naturalmente, gli shock di mercato sono fenomeni che avvengono anche nel settore delle criptovalute – anzi – si potrebbe affermare che si verificano con una frequenza maggiore rispetto ad altri ambienti maggiormente regolamentati e sorvegliati.

Da decenni nella finanza tradizionale le banche centrali hanno effettuato varie tipologie di intervento (verbale, operativo, concentrato e sterilizzato), tra cui i bailout, che consistono nel salvataggio degli attori di mercato in grosse difficoltà, in concerto con le altre istituzioni politiche e finanziarie. I bailout non possono avvenire nel settore crypto. Difatti, non esiste nessun soggetto in grado di prevenire ex ante e correggere ex post i danni causati da uno o più shock di mercato: come nella giungla, ognuno deve pensare alla propria sopravvivenza.

Ciò in realtà rappresenta un grande vantaggio per le criptovalute, poiché non viene quasi mai ostacolata la cosiddetta creative destruction: sostanzialmente, nuove tecnologie, prodotti o modelli di business soppiantano quelli esistenti, portando a una riallocazione delle risorse, alla chiusura di imprese obsolete e la creazione di nuovi mercati e posti di lavoro. Naturalmente, la creative destruction causa disagi temporanei che sono fisiologicamente normali durante le fasi di transizione e cercare di fermare questo processo sarebbe come cercare di fermare il tempo. Un esempio noto a tutti è l’avvento di Internet all’inizio di questo secolo: alcuni dicevano che nessuno l’avrebbe usato e che in un paio di anni sarebbe sparito. Tornando agli shock di mercato, il livello di formalità e approfondimento degli argomenti discussi dai partecipanti al settore delle criptovalute è frequentemente scadente e un esempio lampante di ciò si materializza ad ogni halving di Bitcoin.

Il fortissimo disincentivo al “moral hazard“, cioè l’azzardo morale, risulta essere, insieme alla creative destruction, un altro dei vantaggi dovuto all’assenza di un soggetto capace di effettuare un bailout. L’azzardo morale si verifica quando una parte è incentivata a prendere rischi eccessivi perché non subisce nel presente oppure nel futuro completamente le conseguenze negative delle proprie azioni. In ambito economico-finanziario, ciò accade spesso quando i costi di un fallimento o di una perdita vengono trasferiti a terzi; un esempio classico è quello delle assicurazioni: quando stipulata la polizza, l’assicurato potrebbe essere meno attento a prevenire i danni, sapendo che in caso di sinistro sarà l’ente assicurativo a risarcirli.

I benefici a lungo termine della quasi totale assenza dell’azzardo morale sono incalcolabili: chiunque commetta illeciti, come schemi Ponzi e truffe di vario genere, verrà scoperto o dalle autorità preposte o dal mercato stesso prima o poi; basti vedere l’implosione dell’ecosistema di Terra (LUNA) e il fallimento di FTX, eventi accaduti entrambi nel 2022 e che analizzeremo nel dettaglio in un’altra lezione. I prezzi di Bitcoin e delle altcoin accusarono un durissimo colpo in quello che venne poi definito annus horribilis (BTCUSD registrò quasi un -80%). Negli anni successivi, le quotazioni ripresero a salire e gli attori di mercato in buona fede giovarono del fatto di essersi liberati di alcuni ingombranti soggetti malevoli.

Esistono shock di mercato che, nel breve termine, causano gravi conseguenze per la maggior parte delle persone coinvolte, ma nel lungo periodo migliorano le condizioni del settore colpito, anche senza l’intervento di soggetti esterni.

HALVING DI BITCOIN

L’halving è un evento molto rilevante in quanto modifica l’offerta di nuove monete di Bitcoin e influisce positivamente sul suo prezzo nel lungo periodo. In base ad una delle leggi fondamentali dell’economia, il prezzo è stabilito da come si rapportano domanda e offerta nel mercato spot (è un tipo di mercato finanziario in cui la negoziazione di asset avviene con pagamento e consegna immediati, come in un negozio). Praticamente, se vi è un incremento nella domanda di un bene e la quantità di offerta rimane invariata, allora il prezzo del bene aumenta; se la domanda rimane stabile e l’offerta incrementa, allora il prezzo del bene diminuisce.

Ogni quattro anni la produzione di monete di Bitcoin viene automaticamente dimezzata dall’algoritmo della blockchain: per tornare alle suddivisioni degli shock di mercato descritta nell’introduzione, siamo nel caso in cui si verifica la variazione dell’offerta in un contesto di prevedibilità pari al 100%. Sostanzialmente, l’halving di Bitcoin viene chiamato dagli “esperti” del settore con la seguente espressione: “supply shock”; trattasi di un evento molto atteso, in quanto storicamente prelude ad un rialzo molto consistente (in certi casi esponenziale) del prezzo di Bitcoin.

In realtà, l’halving di Bitcoin non produce alcun effetto nella relazione domanda-offerta tra i partecipanti al mercato e le monete in circolazione. Tecnicamente si tratta di un “issuance shock”, cioè di uno shock di emissione, tale per cui l’offerta circolante non subisce alcun tipo di variazione a causa dell’halving, mentre l’offerta di monete nuove, ossia appena minate e immesse sul mercato, subisce il dimezzamento. Inoltre, lo stock di Bitcoin è di per sé eterno, poiché sarà possibile detenere, scambiare e spendere i bitcoin finché la blockchain rimarrà attiva; nonostante una piccola parte dei bitcoin esistenti vada persa ogni anno, sicuramente non può avvenire un supply shock per deperimento dell’asset, come nel caso del grano o di altre materie prime.

Tra quelle più note, l’unica materia prima paragonabile a Bitcoin in tali termini è l’oro, facente parte della categoria dei metalli preziosi, che è quasi totalmente immune dal deperimento. Ipoteticamente parlando, per vedere concretizzato un serio supply shock su Bitcoin, alcuni dei maggiori detentori di monete di bitcoin dovrebbero perdere per sempre l’accesso ai loro wallet; nel caso dell’oro, innumerevoli tonnellate di oro dovrebbero essere gettate nelle profondità degli oceani.


CONCLUSIONI

In conclusione, pur essendo definito un “supply shock”, l’effetto reale dell’halving si manifesta più precisamente come un “issuance shock”, poiché non modifica l’offerta circolante, ma riduce l’emissione di nuove monete. Questo evento ciclico, che si ripete ogni quattro anni, ha dimostrato di influenzare positivamente il prezzo di Bitcoin nel lungo termine, confermando in buona parte il legame tra scarsità e aumento di valore. A differenza di altri asset, però, l’offerta totale di Bitcoin resta stabile, rafforzando il suo status di asset deflattivo, paragonabile all’oro per la sua capacità di mantenere valore nel tempo.

L’halving, pur essendo programmato e prevedibile, non scatena le reazioni tipiche degli shock tradizionali, ma attiva un preciso meccanismo: la riduzione della creazione di nuovi bitcoin. In combinazione con una domanda spesso crescente, questo fenomeno esercita pressione al rialzo sui prezzi, alimentando aspettative di profitti futuri. Tuttavia, è essenziale non confondere l’halving con un vero “supply shock”, tipico di asset come le materie prime. Infatti, l’halving non riduce immediatamente e drasticamente l’offerta totale in circolazione.

Questa analisi mette in luce la complessità e la natura multifattoriale degli shock di mercato, che possono essere sia positivi che negativi, tanto nelle criptovalute quanto nei mercati tradizionali.

Autore: Davide Dal Secco

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